E’ il Governo Golpista Napolitano-Monti-Goldman Sachs

E’ il Governo Golpista Napolitano-Monti-Goldman Sachs
di Giulietto Chiesa.
Monti arriva come commissario al quadrato. I suoi vice saranno gl’ispettori del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea. Come in Grecia. Inizia un’altra repubblica: la terza? Che annuncia di voler cancellare la sovranità nazionale dell’Italia, la Costituzione Repubblicana, ogni forma di reale espressione della volontà popolare (avete visto gli strilli dei “mercati” contro l’ipotesi del referedum greco?).

Il Presidente della Repubblica ha costruito la via d’uscita di Berlusconi facendo mosse assai dubbie dal punto di vista della legalità costituzionale, che avrebbe dovuto difendere strenuamente. Era il suo compito, che non ha saputo e voluto attuare mentre firmava tutto ciò che arrivava da Palazzo Chigi. E che oggi palesemente ignora IQ Option nel Italia.

Ne viene fuori un governo della casta, che verrà definito di “salvezza nazionale”, ovvero “tecnico”. False la prima e la seconda definizione. Perché, primo, non salverà il paese ma obbedirà al diktat della finanza, colpendo la popolazione; secondo, sarà il più politico dei governi del secondo dopoguerra: perché sancisce l’assoggettamento del nostro paese a un “governo” straniero e ostile (e non mi si venga a dire che sudditi lo eravamo già, perché questa eterodirezione è l’inizio di un cambio d’epoca orwelliano).

La prova? Tutte le componenti della casta (che entrerà a frotte nel Governo Napolitano-Monti-Goldman Sachs) parlano della necessità di attuare “misure impopolari”. Cioè antipopolari. Ma guarda che democratici!

Molti si illudono che Monti voglia fare qualche cosa di buono. Ma lui non è qui per questo. Neanche per fare una decente legge elettorale. Lui viene qui per “rieducare” gli italiani alla religione del Debito. Lui arriva per eseguire gli ordini della Banca Centrale Europea, i 39 punti, la lettera di Draghi-Trichet. Un maoista dei nostri tempi: “educare il popolo”. L’ha perfino detto, con riferimento alla Grecia. Adesso lo farà con noi, se gli riesce.

Che fare? Occorre mobilitare la più vasta opposizione sociale e prepararsi a costruire una nuova opposizione politica. Respingere l’”ordine di servizio” preparato dal Quirinale su indicazione dei grandi centri finanziari dell’Occidente.

Occorrerebbe un governo di saggi che, protetti dalla loro statura morale, dal loro prestigio intellettuale, dalle loro conoscenze, siano in grado di sconfiggere le potenti pressioni che si eserciteranno contro di loro, e che varino una nuova legge elettorale, rigorosamente proporzionale, per le elezioni di tutti gli ordini e gradi. Il loro compito sarebbe quello di liquidare la finzione del bipolarismo, che adesso si sgretola sotto i nostri occhi. Qualcuno si chiederà: ci sono questi uomini e queste donne? Io so che ci sono, potrei farne l’elenco. Ma Napolitano non è andato a consultare loro. Ha consultato le mummie e quelli che tirano i fili per farle muovere iq options.

Poi occorrerebbe andare a votare in tempi rapidi. Uso il condizionale perché so bene che questo non avverrà. Ma so anche che il Governo Nmgs difficilmente durerà due anni. Perché la crisi sta precipitando. Annunciano “riforme” per la crescita. Ma tutti gli indicatori dicono che noi andremo in recessione, insieme all’intera Europa. Dunque la crisi arriverà ben presto, o la faranno precipitare “loro”, i “proprietari universali” (e per le grandi masse non farà differenza alcuna, perché in entrambe le varianti a pagare saranno loro).

Secondo: il debito, che ora viene usato come una spada sul capo degli italiani, non può e non deve essere “onorato” con manovre che ridurranno drasticamente non solo il tenore di vita di larghissime masse popolari, ma annulleranno i loro diritti fondamentali, sanciti dalla Costituzione Italiana. Il debito è una truffa ai danni dei molti, a vantaggio dei pochissimi. Il debito è iniquo e illegale. Lo paghino coloro che ne sono stati i responsabili.

Noi ci attestiamo sui nostri diritti costituzionali. A essi non abbiamo rinunciato e non intendiamo rinunciare. La Costituzione ci dà il diritto e il dovere di difenderci contro ogni violazione delle sue norme.

La sovranità che abbiamo delegato a questa Europa non è stata usata nei nostri interessi, e in armonia con i nostri principi costituzionali. Abbiamo dunque il diritto di chiederne la restituzione. Almeno fino a che questa Europa cessi di essere lo scranno dei banchieri e cominci a corrispondere alle nostre aspettative.

Si dia dunque modo al popolo di esprimersi in tempi brevi sul tema del debito: con un referendum. L’Italia può e deve farlo, anche se alla Grecia è stato impedito. Compito di un presidente della Repubblica avrebbe dovuto essere, tra gli altri, quello di sottrarre il paese al ricatto dei potenti, siano essi interni o esterni. Nel nome della Costituzione. Se non lo fa lui, lo faremo noi iq option.

P.S. se lo faremo noi sarà in attuazione dell’art. 52 titolo IV della Costituzione della Repubblica Italiana

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Intervista di Al Jazeera

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Intervista le Iene

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RISCOPRIRSI NAZIONALISTI E PATRIOTI: REALTA’ O UTOPIA? Riceviamo e pubblichiamo dal Capitano Mirko Conte

Capitano CONTE Mirko

Capitano CONTE Mirko

 

RISCOPRIRSI NAZIONALISTI E PATRIOTI: REALTA’ O UTOPIA?
Moltissime sono state le tesi che nel corso degli anni, hanno messo a paragone due locuzioni strettamente connessi tra di loro:

NAZIONALISMO E PATRIOTTISMO.
Patriottismo, è quando il sentimento di amore per la tua gente viene posto al di sopra di tutto. Il patriottismo è la devozione a qualcosa che muta, ma che misteriosamente resta sempre lo stesso. Secondo George Orwell, sono proprio le persone il cui cuore non ha mai palpitato alla vista della bandiera nazionale, che diserteranno la guerra quando sarà giunto il momento e ancora, secondo Louis Philippe de Sègur: “ fino a quando si conserverà il sacro fuoco dell’amor di patria, si conserva una nazione libera, attiva e potente”.
Al giorno d’oggi invece, le manifestazioni patriottiche, sembrano essere svilite e “folklorizzate” emotivamente, è il tipico esempio di quando i governi incoraggiano forme e manifestazioni di “patriottismo ufficiale” caricandoci di contenuti simbolici e cerimoniali, come sventolare bandiere, cantare l’inno nazionale ed in ogni altro modo esprimere il nostro legame e supporto alla nazione ed a cui gli individui quasi parzialmente partecipano.
Tutto questo è importante per “stenografare” in un certo qual modo l’idea di patriottismo. A questo punto sorge spontanea la domanda: “ siamo davvero patrioti nel senso che sentiamo il sacro fuoco della fiamma bruciare nella nostra anima al punto di donare la vita per la patria? Ebbene la risposta sta nel fatto che un patriota e nazionalista si distingue dalle altre persone perché si sente eticamente impegnato a rispettare un maggior numero di doveri sia esteriori che interiori.
Per quanto concerne i doveri interiori, occorre sottolineare il sentimento di devozione, onore e fedeltà per la propria patria. Nel caso dei doveri esteriori il patriottico difende le proprie origini e il proprio Stato esponendo la sua stessa vita alle minacce che possono incombere sul sacro suolo natio, il nazionalista, quello che ha in comune con i suoi “connazionali” per cui si deduce lo stretto legame di Patriota e Nazionalista in quanto essere.
Chi è un buon osservatore, si accorge, che le condizioni oggettive in cui viviamo, tendono a fare sparire il patriottismo, neppure le differenze di lingua sono più un ostacolo, i mezzi di comunicazione di massa diffondono idee, modi di vita, prodotti standardizzati, che influenzano il nostro “modus vivendi et operandi”. Tutto questo è dovuto al fatto che all’interno della Nazione, nella società odierna, sono presenti razze ed etnie diverse, inoltre il processo di globalizzazione sta indebolendo il controllo che lo Stato esercita nel proprio territorio cioè, la creazione di un mercato mondiale in cui i fattori produttivi si spostano con estrema facilità da un paese all’altro, rischiano di svilire le fondamenta utili per la creazione di uno Stato Nazionalista e patriottico.
Ritornando alle due locuzioni di patriottismo e nazionalismo, nel 1765, periodo pre – rivoluzione francese, nell’encyclopedie Diderot, compare un articolo non firmato dal titolo “Nation” nel quale viene riportata l’equazione di NAZIONE=STATO=POPOLO, e in particolare il concetto di popolo, sottoposto al monopolio della forza del Sovrano.
Più precisamente nel 1795 nella Francia post- rivoluzionaria, il concetto di sovranità veniva posto sotto un concetto meramente giuridico: “lo Stato è Sovrano in un determinato territorio, concentrando quindi a se tutti i poteri”. A partire dalla Riv. Francese, la sovranità non è più del monarca ma appartiene al popolo (sovranità popolare) e quindi l’equazione sarà SOVRANITA’=POPOLO=STATO.
Nella nostra Repubblica la costituzione sancisce all’Art. 1 del 2° comma che, la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Ciò sta a significare che il titolare della Sovranità è il Popolo che forma lo Stato anche se il suo esercizio è delegato ad organi scelti.
Tutto questo escursus storico è utile per riallacciare il discorso ai fenomeni che hanno portato all’indebolimento della sovranità e allo svilimento dei sentimenti di nazionalismo e patriottismo.
In tempi moderni lo Stato italiano ha subìto il fenomeno del cosi detto melting – pot o calderone etnico, che sta ad indicare l’amalgama all’interno di una società umana, di molti elementi diversi (etnici, religiosi ecc…), inibendo l’individuale senso di appartenenza al paese ed infiacchendo quelle che sono le ideologie o basi per la costruzione di un sano paese patriottico e nazionalista. Col processo di globalizzazione e l’entrata dell’Italia nell’UE, la nostra sovranità non è più popolare ma secondo i giuristi si tratta di una sovranità condivisa.
Questo ragionamento impone una specifica domanda: che cosa significa essere italiani e fieri patrioti nazionalisti al giorno d’oggi?
Ebbene, prima di tutto sentirsi italiani, significa io sto con il mio paese, significa non denigrarci ed essere coscienti del fatto che la nostra storia, la nostra cultura, fanno di noi un grande popolo. Essere italiani e patrioti nazionalisti non significa accettare i selvaggi eventi della globalizzazione e del melting – pot
e soprattutto non farcene divorare. L’unico modo di mantenere la nostra identità è volerne avere una, rispettarla e proteggerla.
Dopo il fascismo, nessun italiano oserebbe dire qualcosa del genere di noi/popolo e della nostra Patria, l’ha fatto di recente una italiana geniale quanto coraggiosa: Ida Magli la quale afferma che gli italiani hanno avuto e hanno intelligenza e creatività superiore a tutti gli altri popoli.
La superiorità dunque non ci viene solo dalla nostra storia e da come ci ha formati ma è anche un fattore genetico.
Persino l’Art. 52 della Costituzione italiana sancisce la difesa della Patria, ponendolo come SACRO DOVERE DEI CITTADINI. La difesa della Patria è la disponibilità di un cittadino di morire per difendere la Nazione, è l’esempio migliore ed il più alto gesto di sacrificio eroico di un fedele Patriota.
In conclusione la riflessione sta nel fatto che cedere il posto per bontà, per strumentalizzare un discorso politico interno o per idiozia, a tutti quei fattori che sviliscono il nostro essere nazionalisti, consentirà un giorno allo straniero di dare un nome nuovo ai luoghi che ci appartengono. Eppure se si riflette un attimo possiamo notare che il processo subdolo di pseudo- colonizzazione è già da molto tempo in marcia, spetta solo a noi, al nostro sentirci italiani, al nostro amor di patria fermare questo cancro, prima che le metastasi colpiscano tutta la penisola.
Divisi in Patria si diventa disattenti verso ciò che avviene intorno al nostro mare. Questo è il rischio, professarsi tolleranti per nascondere l’incapacità di giudicare il prossimo per paura di essere tacciati di presunzione, di cinismo o di razzismo, è un’incapacità che mina le nostre difese e affievolisce la fiamma della Patria che arde nei nostri cuori.
Capt. Mirko CONTE

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SENSAZIONALE Scilipoti non rivela le sue origini ALBANESI…….

Domenico Scilipoti è quel politico che nel 2010 passo dall’ IDV al centro destra di Berlusconi , perchè secondo lui il partito guidato da Di Pietro stava diventando troppo comunista e troppo anti- italiano , perciò è uscito dal partito dando il voto a Silvio Berlusconi salvando in extremis la caduta del governo.( In realtà Di Pietro lo stava cacciando avendo scoperto le truffe fatte da Scilipoti in danno dell’Ing. Carmelo Recupero, per questi reati Scilipoti viene rinviato a giudizio dal Tribunale di Messina)

In ogni momento Scilipoti dice di essere nazionalista però senza rivelare le sue origini albanesi.

Si , Domenico Scilipoti è un arbereshe ed assieme a molti politici italiani creano da anni una casta e con un occhio di riguardo all’Albania , dicono di essere tanto nazionalisti ma in realtà dell’Italia non frega nulla.La stessa casta che approvò la partecipazione italiana a bombardare la Serbia nel 1999.

Nel Sud Italia ci sono gli italo albanesi chiamati Arbereshe, parlano la lingua albanese e conservato la loro cultura e il loro folk .

La cosa che da più fastidio è che Scilipoti dice di aver dato il voto a Berlusconi per salvare l’Italia.
Bisogna capire se il suo cuore batte più per l’Albania o più per l’Italia.

Lo si capisce quanto scilipoti è un vero italiano , che nel 2010 assieme a Cambursano presentò un interrogazione parlamentare per la lingua arbereshe. (Mercoledì 3 febbraio 2010, seduta n.277 )

qui sotto vi riporto l’articolo dal sito della camera.

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Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05982
presentata da
RENATO CAMBURSANO
mercoledì 3 febbraio 2010, seduta n.277

CAMBURSANO e SCILIPOTI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’interno, al Ministro per i rapporti con le regioni.
- Per sapere – premesso che:

da secoli sul territorio nazionale italiano esistono le minoranze linguistiche storiche citate all’articolo 2 della legge 15 dicembre 1999, n. 482;

gli idiomi parlati da tali minoranze linguistiche non sono riconducibili alla lingua italiana o ai dialetti italoromanzi perché essi, come nel caso degli arbëreshë (italo-albanesi: da qui in poi dicasi solo arbëreshë), i Valser, i Grecanici, hanno antiche origini riconducibili all’esterno del territorio nazionale italiano;

gli idiomi parlati dalle minoranze storiche citate all’articolo 2 della n. 482 del 1999) sono di forma arcaica, quindi diverse dal codice linguistico attuale in uso nei territori d’origine: l’arbëreshë, per esempio, che non si è evoluto con l’insieme delle altre forme linguistiche regionali extranazionali a lui collegate;
la lingua arbëreshë, che erroneamente, e creando confusioni, nella legge n. 482 del 1999 viene citata come «albanese», differisce dall’albanese d’Albania nelle preposizioni, nei gruppi consonantici, nelle desinenze, nella forma piena dei verbi, nel tempo dei verbi, nella fonetica, e in altro. Va dunque precisato che, l’erronea dicitura «albanese» crea confusioni nell’individuazione della lingua oggetto di tutela;

gli idiomi citati alla n. 482 del 1999, per la loro arcaicità, nelle odierne lingue nazionali extranazionali non possono trovare la loro presupposta lingua madre, ma in loro, trovare affinità come varianti linguistiche regionali extranazionali;

facendo il caso dell’arbëreshë, esso non può trovare la sua ipotetica lingua madre nell’albanese d’Albania ma, insieme ad esso, può essere iscritto in una famiglia linguistica più ampia comprendenti altre varianti linguistiche regionali extranazionali: queste lingue, l’arbëreshë, l’albanese d’Albania ed altre forme della stessa lingua parlate in Kosovo, Grecia e Macedonia, possono trovare il loro sostrato più antico, e quindi la loro ipotetica lingua madre, nello scomparso illiro o tracio-illiro: così come insegnato da due insigni linguisti, Ferdinand de Saussure in «Corso di linguistica generate» e da Merritt Ruhlen in «L’origine delle lingue», le lingue possono trovare il loro precursore in un sostrato più antico a loro e mai in qualcosa a loro posteriore. Ora, l’albanese arcaico parlato in Italia, per la sua antichità, non può trovare nel recente ed artificiale albanese standard d’Albania codificato solo nel 1953 la sua lingua madre, ma solo essere messo in relazione ad esso come ad un’altra variante linguistica regionale;

i parlanti gli idiomi riferiti alle minoranze linguistiche citate alla legge n. 482 del 1999 per gli sconvolgimenti geopolitici avvenuti negli ultimi secoli, non possono più riferirsi ad un odierno territorio d’origine che possa essere definito come loro madrepatria: è il caso degli arbëreshë (italo-albanesi da secoli stanziati in Italia), che in maggior parte sono provenienti dai territori originari della Ciameria, della Morea, dell’Epiro e del Peloponneso. Questi nominati territori sono attualmente parte integrante della Grecia, ergo, gli italo-albanesi non possono riconoscersi nella limitata regione dell’attuale Albania come nella loro madrepatria;

la Carta costituzionale, nei suoi principi fondamentali, all’articolo 3 recita: «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua» e all’articolo 6 si legge che: «la repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche»;

la legge 15 dicembre 1999, n. 482 «Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche» all’articolo 2 recita: «In attuazione dell’articolo 6 della Costituzione e in armonia con i princìpi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano ed il sardo»;

all’articolo 4 comma 1 recita: «Nelle scuole materne dei comuni di cui all’articolo 3, l’educazione linguistica prevede, accanto all’uso della lingua italiana, anche l’uso della lingua di minoranza per lo svolgimento delle attività educative. Nelle scuole elementari e nelle scuole secondarie di primo grado è previsto l’uso anche della lingua della minoranza come strumento di insegnamento»;

al comma 2 recita: «…al fine di assicurare l’apprendimento della lingua di minoranza,…»; al comma 5 recita: «Al momento della prescrizione i genitori comunicano all’istituzione scolastica interessata se intendono avvalersi per i propri figli dell’insegnamento della lingua di minoranza»;

la legge 15 dicembre 1999, n. 482 «Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche», all’articolo 2 recita: «…la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi…» e che questo ingenera confusioni su quale lingua e cultura la Repubblica intenda tutelare, se dunque intenda tutelare la lingua di minoranza nelle sue forme e la cultura riferita alte popolazioni che da secoli hanno contribuito alla formazione dell’attuale contesto italiano e quindi popolazioni storiche stanziate sul territorio nazionale italiano, oppure, se la tutela delle lingue di minoranza vada riferita alle lingue straniere in uso nelle attuati nazioni d’Albania, di Croazia, di Grecia e altro;

la stessa legge agli articoli 7, comma 2 e 3, all’articolo 8, comma 1, all’articolo 9, commi 1 e 3, e agli articoli seguenti, sempre in modo generico parla di «…lingua ammessa a tutela…» senza ulteriormente specificare se la lingua sia riferita al codice linguistico parlato dalle popolazioni di minoranza linguistica di riferimento, oppure, se la tutela sia riferita alle lingue nazionali di paesi esteri come l’Albania, la Croazia, la Grecia;

come evidenziato sopra, il generico nome usato nell’articolo 2 della citata legge n. 482 del 1999 «…albanese, croato, greco, …» per la lingua posta a tutela, senza ulteriori specificazioni, genera confusione sulla corretta interpretazione da attribuire ad essa e che l’errata interpretazione, che ad una superficiale analisi, potrà sembrare pura disquisizione linguistica, se non urgentemente corretta, – oltre all’evidente guasto apportato ad un patrimonio linguistico da tutelare -, si presta, e potrà prestarsi ad un indebito uso dei fondi destinati alla tutela delle minoranze linguistiche storiche d’Italia -:

se non ritengano utile ed opportuno promuovere una disposizione di interpretazione autentica della legge n. 482 del 15 dicembre 1999, in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche d’Italia;

se risulti che i fondi destinati dalla legge n. 482 del 1999 siano stati usati erroneamente per la promozione di lingue straniere e non dunque per la promozione delle lingue di minoranza nella varie espressioni in uso nelle minoranze linguistiche storiche d’Italia. (4-05982)

L’interrogazione parlamentar la trovate qui

http://banchedati.camera.it/sindacatois … ighLight=1

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Partito Nazionalista – Gaetano Saya Capo dell’Ultra Nazionalismo intervistato dalla TV La 7

Fini, non ti daremo tregua il tuo delirio di onnipotenza (ricordati che niente è per sempre) ti sta già portando verso il baratro e noi saremo lì ad aspettarti per darti la spinta finale.

Ricercato per Tradimento

1) Quest’uomo è ricercato per attività proditorie contro il Popolo Italiano

2) Avendo tradito gli ideali che egli aveva giurato di difendere

3) Per essersi alleato con i nemici della Patria

4) Essendo stato colto a raccontare al popolo Italiano madornali menzogne

7) E con lui sono colpevoli e ricercati tutti quanti hanno collaborato per scelta o     vigliaccheria

 

Astati, Principi e Triari

in alto i Vessilli, la Patria ancora una volta ha bisogno di Noi…


La mia spada scintillante e la mia mano si leveranno per giudicare. Io mi vendicherò dei miei nemici e punirò coloro che mi hanno perseguitato. O Signore accoglimi nella schiera dei tuoi santi e noi saremo come tuoi pastori per te o mio Signore tu ci hai investito della tua potenza siamo pronti ad eseguire ciò che tu comandi faremo scorrere fiumi di sangue riportando a te schiere di anime perse . In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti

Novus Ordo Saecolorum

In Noi soltanto presiede il futuro della

Nazione


Io liberamente e spontaneamente
prometto e giuro
di non tradire mai
i principi dell’ideologia
a cui oggi solennemente aderisco.
Giuro, di proteggere, difendere e servire la mia Patria,
l’Italia!
e con essa tutti gli Italiani
a te Gaetano Saya nostro Capo e guida
giuro fedeltà e valore.
A te e a tutti coloro che indicherai come Capi
giuro obbedienza fino alla morte
e che ciò si avveri con l’aiuto di
Dio

 


 

 

Il vero razzismo

I codici Italiani stabiliscono che è reato entrare in una casa tanto che neanche le forze di Polizia lo possono fare senza l’autorizzazione della Magistratura. Perche, dunque, per prima cosa non si stabilisce che è un reato entrare clandestinamente nella nostra Nazione! Il fatto che gli immigrati entrino senza permesso fa capire (e fa sentire) che non rispettano la Nazione nella quale vogliono vivere; non la rispettano tanto da non percepire la violenza che esercitano su coloro che vi abitano, cosa che invece qualunque ladro che entri in una casa sa bene. Si tratta di una violenza che ovviamente è molto più sottile e più grave di chi vi entrasse in armi. D’altra parte i governanti Italiani si sono comportati per molti anni con ambiguità, con normative contraddittorie, un pò pietistiche e un pò repressive, ma in definitiva fallimentari. Il risultato è quello che abbiamo sotto gli occhi, e che lascia a tutti in un disagio difficile da definire proprio perchè tocca le radici più intime di un popolo.
Dato però che questo è un problema sul quale si gioca il presente e il futuro dell’Italia, le verità vanno dette fino in fondo.
La massiccia orientalizzazione ed islamizzazione dell’Europa ed in particolare dell’Italia è un programma predisposto ed attuato con enormi mezzi dal mondo Islamico e con il tacito appoggio dei Comunisti Europei ed in prima fila Italiani. Coloro che giungono fino da noi ne sono i portatori passivi, pagati e organizzati appositamente, e provengono da aree prescelte in base ad ordinate strategie. Come molti hanno ormai capito molto bene, i Comunisti adoperano i cosiddetti “diritti umani” per promuovere disegni esclusivamente economici, e di predominio, che opprimono i popoli proprio in quei diritti che sono gli unici “umani” : il proprio nome, la propria terra, la propria lingua, la propria religione, la propria identità.
Il modo di vivere dei Comunisti è cattivo e maligno, essi sono un’organizzazione internazionale criminale, sono stati responsabili di milioni di morti, deportati, imprigionati; orbene perchè i codici penali alla pari di come vietano la ricostituzione del disciolto Partito Fascista, non vietano anche il Comunismo? Il loro obiettivo primario è l’invasione sistematica della nostra Nazione da parte di zingari, albanesi, marocchini ed islamici di vario colore, propendono affinchè vengano riconosciute di fatto le famiglie tra omosessuali e vorrebbero affidare a questi pervertiti la custodia di bambini.
Il loro sogno perverso è un’Italia piena di zingari, islamici e finocchi, tutto quanto di più marcio possa essere pensato da una mente deviata, questi senza Dio vogliono fare della nostra Nazione un gigantesco bordello a cielo aperto. Sono dei nemici e vanno combattuti con ogni mezzo, è razzismo è discriminazione è violenza il volerci imporre la convivenza forzata con la spazzatura dell’umanità.

 

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Gaetano Saya intervista su La 7 giovedi 6 ottobre 2011 ore 21.00



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E’ ufficiale: BOSSI HA VENDUTO IL MARCHIO DELLA LEGA A BERLUSCONI. Moncalvo Annunziata

Moncalvo: “La fedeltà di Bossi a Berlusconi? Forza Italia ripianò tutti i debiti della Lega”
L’ex direttore della Padania è intervenuto ieri nel programma di Lucia Annunziata, In mezz’ora, confermando la tesi secondo cui la fedeltà del Carroccio al premier dipenderebbe da una fidejussione di due miliardi di lire stipulata dal Cavaliere nel 2000 per coprire tutti i debiti contratti nel tempo dal partito di Bossi
Ne aveva parlato Gilberto Oneto in una puntata de L’Infedele, ieri l’indiscrezione è stata confermata e ripetuta anche dall’ex direttore de La Padania Gigi Moncalvo nel corso del programma di Lucia Annunziata, In mezz’ora.

Moncalvo, direttore del quotidiano del Carroccio dal 2002 al 2004, ha spiegato le origini del patto di ferro che lega Silvio Berlusconi a Umberto Bossi e che avrebbe spinto la Lega, fra l’altro, a votare per il salvataggio di Marco Milanese e Saverio Romano, il ministro indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.

Secondo il giornalista, che cita tra le altre fonti la ex giornalista di Radio Padania Rosanna Sapori e il giornalista di Famiglia Cristiana Guglielmo Sasimini, ci sarebbe un “vero e proprio contratto stipulato davanti a un notaio”. L’accordo, datato gennaio 2000, sarebbe stato firmato un anno prima delle politiche del 2001 in cui Bossi e Berlusconi erano alleati. Nel giugno del 2000 infatti, come aveva documentato Mario Calabresi su Repubblica, Giovanni Dell’Elce,, allora amministratore nazionale di Forza Italia e oggi deputato del Pdl, scrisse alla Banca di Roma per comunicare una fideiussione di “due miliardi di vecchie lire a favore della Lega”.

Moncalvo ha aggiunto che “Berlusconi aveva fatto un intervento economico pesante a favore della casse della Lega” che allora versava in uno stato finanziario critico: la sede del partito era stata pignorata e i giornalisti non ricevevano più lo stipendio. A quel punto Berlusconi avrebbe rinunciato “a un serie di cause civili per gli slogan e le paginate” de La Padania in cui il premier “veniva accusato di essere mafioso” in cambio della cessione della titolarità del simbolo del Carroccio.

Una compravendita che Moncalvo definisce “tipica della mentalità di Berlusconi”. A fare da mediatore nell’acquisto, di cui Umberto Bossi, la moglie Manuela Marrone e Giuseppe Leoni avrebbero disposto del 33% ciascuno, sarebbe stato Aldo Brancher, il ministro con la più breve carica nella storia della Repubblica.

Oltre alla titolarità del simbolo, il patto prevedeva anche la formazione di un think tank per la formulazione di una riforma costituzionale per l’elezione diretta del Presidente della Repubblica. E se fosse passata col referendum, Napolitano, aggiunge Moncalvo, sarebbe stato “costretto a dimettersi”. Dall’altra parte Berlusconi, “convinto di essere eletto dal plebiscito popolare”, sarebbe andato al Quirinale. A fare parte del think tank, aggiunge l’ex direttore de La Padania, anche “Tremonti, Calderoli e La Russa” mentre “Follini e Fini combatterono fino in fondo” affinché la riforma non passasse. Di fatto il piano ha subito un arresto l’11 marzo 2004, in corrispondenza della “fermata ai box di Bossi per motivi di salute”. Dunque, ha osservato Lucia Annunziata, Bossi e Berlusconi “si confermano legati a una partita finché morte politica non ci separi”. Il modo per mettere a tacere queste voci? Secondo Moncalvo uno solo: che il Senatùr faccia cadere il governo.

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Gaetano Saya, On. Scilipoti, M.A. Cannizzaro – Camera dei Deputati – Conferenza stampa tra il Capo dei Responsabili e i Vertici Nazionalisti del M.S.I. – Destra Nazionale

Gaetano Saya, On. Scilipoti, M.A. Cannizzaro – Camera dei Deputati – Conferenza stampa tra il Capo dei Responsabili e i Vertici Nazionalisti del M.S.I. – Destra Nazionale

Camera dei Deputati

Giovedi 29 settembre 2011, ci sarà una conferenza stampa, tra il Capo del Movimento di Responsabilità Nazionale, L’On. D.Scilipoti e i Vertici, dei Nazionalisti del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale, lo storico partito voluto da G. Almirante, sciolto iniquamente da G. Fini, rifondato da G. Saya.

 

 

 

 

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Gaetano Saya – quanto dobbiamo ancora sopportare???’Difende la figlia, picchiato Carabiniere

Difende la figlia, picchiato Carabiniere
Brutale aggressione ad Oltrisarco da parte di due trentenni tunisini: è grave
BOLZANO. Lo hanno massacrato di botte perché è corso in piazza Bersaglio, a Oltrisarco, per difendere la figlia minorenne, perseguitata da due tunisini. È finito in ospedale un brigadiere dei carabinieri, picchiato a sangue da due uomini. Erano quasi le 18 quando ha chiamato il padre sul cellulare, chiedendo aiuto. La ragazzina, in compagnia di una amica, si trovava in via Claudia Augusta alla fermata dell’autobus, quando ha notato la presenza dell’uomo che da due giorni la pedinava facendole proposte a sfondo sessuale. Per questo motivo, le due adolescenti hanno deciso di chiamare il padre della ragazza, un brigadiere dei carabinieri del nucleo investigativo di Bolzano. «Papà, per favore vieni. C’è di nuovo quell’uomo. Sono vicino a piazza Bersaglio ad Oltrisarco». Questo è quello che la ragazzina avrebbe detto al padre, che era a passeggio con il cane. L’uomo si è fiondato immediatamente nel quartiere per salvare la figlia. Quando è arrivato erano le 18.30. Il carabiniere si è subito identificato, spiegando al molestatore di essere un militare e gli ha chiesto i documenti. Ma lo straniero ha iniziato ad insultarlo, dicendogli di sparire, e che aveva «da fare con la ragazzina». A quel punto il brigadiere dell’Arma ha chiamato i colleghi, chiedendo l’intervento della pattuglia. Il tunisino ha capito che l’uomo che aveva davanti era veramente un carabiniere e ha iniziato a colpirlo con calci e pugni. Come se non bastasse, si è aggiunto un connazionale dell’aggressore – che si trovava a pochi metri dalle ragazzine -, che ha tenuto fermo per le braccia il carabiniere. Non solo: ad un certo punto, i due tunisini hanno trascinato il brigadiere verso una macchina, sbattendogli più volte la testa contro la portiera. Dopo alcuni minuti, sono arrivati i carabinieri del Radiomobile e i due extracomunitari sono fuggiti. Un cittadino ha indicato ai militari in quale direzione erano spariti i due aggressori, che sono stati fermati ed arrestati poco dopo. Nel frattempo, i soccorritori hanno trasportato d’urgenza il carabiniere ferito all’ospedale San Maurizio di Bolzano. Il militare ha riportato una grave commozione cerebrale e diverse fratture. E’ sotto osservazione. I due tunisini devono rispondere di violenza, resistenza, lesioni e minacce a pubblico ufficiale. In serata il comandante provinciale dell’Arma, il colonnello Andrea Rispoli, e il tenente colonnello Giacomo Barone, hanno raggiunto il brigadiere ferito in ospedale per essere informati delle sue condizioni.

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